Il calcestruzzo è il materiale da sempre protagonista nella storia delle costruzioni e dell’edilizia in generale. Ma qual è il segreto del suo successo? Senz’altro l’innovazione, che ha permesso a questo materiale di adattarsi nel tempo a esigenze architettoniche e costruttive sempre nuove.   

La capacità di innovazione della filiera italiana del cemento e del calcestruzzo garantisce al mercato materiali con prestazioni incredibili. Dal punto di vista della resistenza meccanica, ma anche sotto il profilo estetico, della sostenibilità e dell’adattabilità il calcestruzzo italiano non sembra avere rivali!

Un calcestruzzo “indistruttibile”

Le conoscenze acquisite nel tempo sul materiale e l’impegno costante nella ricerca consentono oggi di ottenere calcestruzzi sempre più “longevi” e resistenti.

È possibile che il materiale arrivi persino ai 200 anni di vita. Ovviamente sempre avendo cura di scegliere il calcestruzzo idoneo e facendo attenzione alla qualità dei prodotti che si scelgono e a eseguire l’opportuna manutenzione.

Il calcestruzzo è di per sé duraturo in virtù delle sue caratteristiche meccaniche e fisiche. Queste sue caratteristiche gli consentono di resistere agli agenti che potrebbero danneggiarlo.

Il calcestruzzo drenante

Il calcestruzzo drenante ha la capacità di replicare le modalità con le quali l’acqua filtra naturalmente nel suolo.

In questo modo, il materiale consente il naturale drenaggio delle acque, riduce il fenomeno rischioso della impermeabilizzazione dei terreni e assicura una maggiore resilienza rispetto a inondazioni o altri eventi meteorologici importanti.

Altri vantaggi sono la riduzione dell’effetto di risalita delle radici delle piante, il rispetto dell’ecosistema nei substrati sottostanti il suolo e la possibilità di riciclare in maniera più incisiva i materiali a fine vita.

Si tratta di una soluzione che risponde alla sempre crescente esigenza di ridurre l’impermeabilizzazione dei suoli, soprattutto in ambito urbano. Questa esigenza trova spazio anche nella più recente Normativa sugli acquisti verdi (CAM – Criteri Ambientali Minimi). 

Il calcestruzzo fotoluminescente

È un calcestruzzo strutturale per pavimentazioni con effetto architettonico e fotoluminescente, cioè capace di assorbire energia solare e riemetterla come fonte luminosa di notte. La fotoluminescenza è una fonte di energia pulita, rinnovabile e sicura per gli esseri umani e per l’ambiente circostante.

Questi calcestruzzi sono, dunque, ideali per la mobilità lenta, ad esempio per la realizzazione di marciapiedi, sentieri pedonali e ciclabili luminosi, piazze e parcheggi in zone di scarsa illuminazione.

Il calcestruzzo galleggiante

L’innovazione nello sviluppo del materiale ha condotto alla messa a punto di uno speciale calcestruzzo, particolarmente adatto alla realizzazione di fondazioni galleggianti.

L’evoluzione, in questo ambito, è stata sostenuta in particolare dalla diffusione degli impianti eolici off-shore, che necessitano di poggiare su strutture galleggianti, solide, durature e impermeabili. Oggi, nel mondo, sono già più di 300 le installazioni eoliche off-shore realizzate in calcestruzzo.

Calcestruzzi autoriparanti

In Europa, il 70% delle infrastrutture sono costruite in calcestruzzo. Questa considerazione e la necessità di manutenere in maniera efficace e semplice un gran numero di strutture ha spinto i Ricercatori a indagare la possibilità di mettere a punto un materiale capace di autoripararsi.

Nasce in caso di fratture sulla superficie: l’ingresso di umidità attiva una reazione chimica tra particolari additivi detti “cristallizzanti” e i sottoprodotti chimici derivanti dal processo d’idratazione del cemento, formando cristalli aghiformi che, di fatto, riparano la frattura.

Questa innovazione, così come le altre che la ricerca rende oggi disponibili, assicurano il consueto livello di affidabilità e sicurezza, con l’aggiunta di introdurre performance superiori e costi più sostenibili.

Il calcestruzzo “circolare”

Il calcestruzzo rientra appieno nelle buone pratiche dell’economia circolare. I passi avanti compiuti sul fronte della produzione del materiale consentono, oggi, di utilizzare materie prime secondarie, in sostituzione o aggiunta rispetto alle materie prime naturali.

In questo senso, possono essere utilizzati aggregati riciclati o industriali, come sabbie, ghiaie provenienti dalla frantumazione di materiali da costruzione, scorie di acciaieria o materiali riciclati da scarti della plastica o della gomma.

Inoltre, a fine vita, il calcestruzzo stesso può essere a sua volta riciclato per produrre nuovi aggregati utilizzabili per produrre nuovo calcestruzzo o destinati ad altre tipologie costruttive come i rilevati stradali.

Ad oggi, il maggiore ostacolo alla diffusione di queste buone pratiche è rappresentato dall’assenza di un Decreto “end to waste” per il settore dei rifiuti inerti, dalla burocrazia delle autorizzazioni per gli impianti di riciclo e per il riutilizzo nonché dalla scarsa informazione della collettività.

La diffidenza di Committenti e Progettisti penalizza inoltre le miscele di calcestruzzo realizzate con aggregati riciclati, mentre negli stessi cantieri è raro il ricorso a tecniche di demolizione selettiva, che migliorerebbe la qualità dei rifiuti da riciclare.

Fonte: https://www.stradeeautostrade.it/cementi-e-calcestruzzi/cemento-e-calcestruzzo-gli-aggettivi-dellinnovazione/ .

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